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LIBRI E RECENSIONI. POWERS. MAKKAI. DOMINI. ROONEY. ROUPENIAN. CUSK

POWERS TO THE PEOPLE (E ALTRE STORIE)


Inizio queste anticipazioni prevalentemente americano-anglosassoni con un libro che attendevo con grande ansia, se così si può dire, ed entrando subito nel vivo dico che si tratta del rigoglioso (figuratamente e no) The Overstory del grandissimo Richard Powers, che in italiano è diventato Il sussurro del mondo, e che dovrebbe uscire a Luglio. Il libro parla fondamentalmente di alberi, del rapporto tra uomo e natura, ma non temete, non pare trattarsi di una storia ecologista a tema, anzi sembra presentare una salutare polifonia di personaggi, alcuni problematizzati, alcuni disfunzionali, come tipico dell´autore (ma non parliamo di Franzen, intendiamoci). Avevo letto l´incipit in inglese e sempre riferendomi al tema della natura mi viene in mente l´aggettivo rigoglioso. La trama la trovate su molti siti americani, ma non è necessario, Powers eccelle per visione, scrittura, ricchezza di riferimenti trasversali, empatia (lo avevo chiamato il postmoderno dal volto umano). Una sorpresa alla voce editore: non sarà Mondadori, bensì La Nave di Teseo, che per il fatto di essersi accaparrata questo scrittore scala nella mia stima, per quello che conta, diverse posizioni, non poche.

Continuo con uno dei libri Top10 del 2018 secondo il New York Times. Nota a margine (neanche troppo): nella lista compaiono sei scrittrici sul totale di dieci nomination, una di esse è appunto Rebecca Makkai che esce per Einaudi con Credevamo di salvarci (in originale The great believers), finalista al National Books Award e al Booker Prize, una storia all´apparenza potente che si apre a Chicago ai tempi della comparsa della grande minaccia, la peste del secolo, l´AIDS per poi spostarsi una trentina d´anni dopo a Parigi, con un personaggio comune alle due ambientazioni. Una riflessione empatica ma non sentimentale sul passato, un libro appassionante, secondo la critica americana, che lo ha appunto ampiamente acclamato.

Passiamo a un romanzo orgogliosamente indie, edito da noi da Jona, iniziativa nuova e molto interessante, con tanto spazio a un´"americana" abbastanza underground, senza voler con questo essere tranciante o valutativo, anzi. È imminente la pubblicazione di Movieola di John Domini, che esce a Marzo ed è fondamentalmente una raccolta di racconti o storie ricalcate su vari generi cinematografici, un´operazione tra il postmoderno (Domini pare essere gradito a Erickson) e il metaletterario, sostenuta, a quanto ho visto, da una scrittura esuberante. Da tenere d´occhio, anche perché la collana per cui esce (e che presenterà altre novità molto interessanti) è diretta da Nicola Manuppelli.

Parlavo del mondo anglosassone. Una delle new sensation pare essere Sally Rooney, giovane e capace scrittrice, il cui Parlarne tra amici, pur scorrevole e divertente, per certi versi arguto, mi aveva convinto solo in parte.
Eppure sta avendo un successo straordinario, la Rooney, e anche il nuovo Normal People in Italiano Persone normali, che esce a Maggio sempre per Einaudi, si è conquistato iperboli non da poco, romanzo dell´anno (The Times), primo vero romanzo-storia d´amore tra millennials. Le atmosfere sembrano appunto simili a quelle del primo libro, amore e tradimenti, personaggi di intelligenza sopra la media, conseguentemente dialogato brillante, acuto, un po´snob. Lei è brava, per carità, se veramente sia la prima grande scrittrice millennial (ha appena 28 anni) lo deciderà la crescita rispetto al primo, di cui vi è decisamente il bisogno per potermi interessare costantemente e non solo incidentalmente.

Altra scrittrice e altro caso letterario è l´americana Kristen Roupenian con la sua raccolta di racconti Cat Person (ancora Einaudi, a fine Febbraio). Il racconto del titolo è un´altra storia d´amore ai tempi del social (che descrive la nascita di una relazione tramite texting, insomma messaggi), e un altro caso editoriale, era stato pubblicato online sul New York Times diventando virale e producendo in tutta fretta un anticipo di 1,2 Milioni di dollari (!!) per la raccolta ora tradotta in italiano, in originale You know you want this, ma l´editore ha scelto il titolo del racconto più famoso.
Va detto, avverto, che il libro nella sua interezza non pare aver avuto lo stesso successo della short story di cui sopra. In ogni modo, sono curioso.

Finisco con l´ormai quotata, canadese di origine, naturalizzata inglese, Rachel Cusk, quella di Resoconto, di cui il nuovo Passaggi (Einaudi, a Marzo) è il seguito e la seconda parte della cd. trilogia di Outline (il terzo è Kudos, uscito nei paesi anglosassoni nel 2018). Come ormai si saprà, si seguono le vicende di Faye, una scrittrice che potrebbe essere la Cusk ma non lo è biograficamente, tra auto-fiction dissimulata, assenza di una vera trama, andamento saggistico e digressivo. Non ho ancora affrontato Resoconto ma ne ho sentito parlare benissimo, anche in termini di scrittura (che conta, ovviamente) e potenziale di innovazione. Buona notizia, il fatto che Einaudi paia intenzionata a portarci tutta la trilogia.

Mi pare di aver riassunto qui alcuni libri piuttosto attesi. Magari alcuni anche con troppa hype (vedi Rooney e Roupenian), altri in cui realmente credo (Powers e Cusk) e altri ancora da scoprire. Attendendo soprattutto Powers (lo ripeto), non finisce qui quest´anno, ovviamente. Stay tuned.

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