TRA BUZZATI E I LUNATICI
Ho letto con interesse e crescente sorpresa i racconti di Felici diluvi di Graziano Gala. Parlo di sorpresa perché lo scrittore è classe 1990, alcuni di questi racconti erano già editi nell´ambito di raccolte e premi risalenti ad anni precedenti, eppure la voce qui presente appare già sufficientemente matura, molto personale, e si caratterizza per una lingua perlopiù alta, solo talvolta opportunamente screziata da gerghi, dialettalismi e interessanti invenzioni (ad esempio lo storpiamento sistematico dei nomi di luoghi e persone) e per il ricorso ad ambientazioni che si collocano fuori dal tempo, in un universo quasi parallelo con poche o pochissime tracce di smart phone, collegamenti Internet e altri riferimenti troppo marcati ai nostri tempi.
Gala si muove soprattutto nei territori del surreale e del lunatico, lunare o stralunato (credo che tutti e tre i termini vadano bene, il primo va riferito ovviamente alla "scuola" di cui rappresentati eminenti sono Celati e Cavazzoni). Cittadine dove si muore e basta, viaggi in treno dove si guarda solo in basso e si giudicano le persone dalle scarpe, ingegneri in pensione coinvolti in "war games" più grandi di loro, fino al trucco - da me normalmente non amato ma qui giocato con sapienza e la dovuta dose di leggerezza - della personificazione degli oggetti (lavatrici innamorate, ombrelli solitari).
Vengono fuori appunto ambientazioni "altre" e vagamente incantate, dove di frequente l´imminenza di tragedie passate o da compiersi fanno da bilanciamento rispetto a un tono puramente o (che potrebbe essere) troppo scopertamente favolistico.
Gli esiti migliori li ho trovati dove Gala sbozza rapide schegge di poche pagine, eppure compiute in se stesse, o dove si prende lo spazio e il tempo sufficienti a far maturare la storia, l´ambientazione e i personaggi, il risultato è meno felice in pochi casi dove forse ci si fa prendere dalla fretta di "svelare" o portare alle estreme conseguenze l´espediente che muove l´azione, visto che parliamo di racconti dove esso (l´espediente) o comunque un trucco, una possibile rivelazione fanno da deus ex machina, dove si rifugge - direi da programma - una troppo stretta aderenza al realismo.
Come dicevo, la voce di Gala stupisce per personalità e generale maturità in contrasto con l´età dell´autore, che sospetto essere di ottime letture (mi sono stati confermati Buzzati, Flaiano, Calvino, io avevo pensato anche a Landolfi).
Nella quarta di copertina un altro scrittore di racconti, Cosimo Argentina, chiosa "Se un qualunque scrittore italiano, anche tra i più decorati, leggesse i racconti di Graziano Gala, e fosse onesto, lascerebbe perdere la penna e aprirebbe una rivendita di sali e tabacchi”. L´entusiasmo è lodevole anche se una tale iperbole rischia di ingenerare sospetti ed effetti contrari, magari gli scrittori italiani onesti e decorati non lascerebbero perdere la penna, ma in questi racconti c´è molta sostanza, come dicevo una voce non comune, e un piglio che fa venir voglia di seguire le ulteriori evoluzioni dell´ancora giovin - lui sì - scrittore.
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Informazioni sul libro
Graziano Gala - Felici diluvi
Ed. Musicaos 2018
176 pg.
Attualmente in commercio
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Ed. Musicaos 2018
176 pg.
Attualmente in commercio
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