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LIBRI E RECENSIONI. UNA LISTA DI LETTERATURA RUSSA.

ROMANZI DI UN GRANDE PAESE

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Ecco una nuova lista da prendere e se possibile gustare con le pinze e con particolare attenzione, vi dirò in particolare nei prossimi punti cosa è e cosa non è.

1a) È nata da una mia richiesta sulla bacheca Facebook di conoscere o avere suggerimenti di autori russi contemporanei
2a) È stata quindi compilata sulla base di consigli eterogenei e alcuni che giudico estremamente competenti (un esempio su tutti: Daniela di Sora di Voland)
3a) È fatta in modo da comprendere anche testi del ´900 quindi non strettamente contemporanei, sulla base dei suggerimenti ricevuti

1b) Non è assolutamente una lista di classici di sempre della letteratura russa (noterete) o un´introduzione alla stessa
2b) Non rappresenta un percorso logico di avvicinamento alla stessa, neanche in chiave contemporanea e - se lo fa - lo fa in maniera casuale e destrutturata, seppur, come dicevo sopra, credibile

Come sempre quando riassumo trame e contesto mi baso su impressioni personali a loro volta costruite su "fonti pubbliche", posso a volte non centrare l´obiettivo e l´utilizzo del presente al posto del condizionale (visto che non ho ancora letto alcuno di questi libri) ha funzioni estetiche e non assertive.

Puntualizzato questo, andiamo a divertirci

Ivan Putilin - Memorie del capo della polizia di San Pietroburgo (Sellerio)
Questo piccolo libro è esattamente quello che dice il titolo, il resoconto di tre casi che impegnarono il primo capo della polizia investigativa della città russa. Lo si trova solo in e-book e me lo dicono gustosissimo anche come ritratto di costume e di un´epoca.

Andrej Belyi - Pietroburgo (Adelhi)
Scrittore che ha attraversato una fine ottocento e un inizio novecento tumultuosi, tra simbolismo, sperimentalismo e studi letterari, questo potrebbe essere il suo romanzo più noto, ambientato ai tempi della "prima" rivoluzione russa, e imperniato sulla figura di un giovane che per amor di "parte politica" dovrebbe attentare alla vita del padre. Nabokov lo metteva tra i capolavori del novecento, per questioni penso soprattutto stilistiche (attenti - appunto - all´estremo simbolismo e non attendetevi trame troppo coerenti e concluse in se stesse).

Konstantin Vaginov - Il canto del capro (L´Amourfou)
Altro scrittore del primo novecento russo, e una storia ambientata in questo caso nell´immediato post-rivoluzione, quando certe illusioni iniziavano a rivelarsi eccessive o semplicemente false, anche qui siamo a Pietroburgo, e nella descrizione generazionale di un gruppo di intellettuali che scoprono (semplificando) di "essersi sbagliati" il metodo usato è quello della satira e della malinconia (appunto) per le illusioni perdute.

Evgenij Zamjátin - Noi (Voland)
Siamo ancora nella stessa epoca, il genere è in questo caso il distopico, tanto che Zamjátin viene considerato in qualche modo un precursore di Huxley e Orwell. Nel libro viene rappresentata in chiave fantascientifico-satirica la Russia del durante- e post-rivoluzione, l´illusione di felicità derivante da un´organizzazione totalitarista che promette di "Prendersi cura" dei bisogni individuali.
Tuttora un classico del genere. Prevista una nuova edizione - in uscita a Marzo - per gli Oscar Mondadori.

Borís Pil´njak - Il Volga si getta nel Caspio (Club degli Editori)
Stessa epoca, scrittore sperimentalista influenzato da Belyi ma anche dalle letture di Gide, Faulkner e Joyce, questo libro potrebbe valere come semplice curiosità in quanto si proponeva come opera edificante scritta per riabilitarsi agli occhi del regime dopo le opere maggiormente complesse e influenzate dagli scrittori occidentali. È in effetti la storia della costruzione di una diga e con una divisione buoni (ingegnere socialista) e cattivi (sabotatore nostalgico della vecchia Russia) un po´manichea, a prima vista. Ma alcuni critici ritengono che in primis stilisticamente, e poi nella struttura e nella costruzione della storia e delle psicologie ci sia di più di questo.
Libro ampiamente uscito dai cataloghi, si trova generalmente usato. Disponibili dello stesso autore le novelle di Racconto su come scrivere i racconti.

Abram Terz - Una voce dal coro (Garzanti)
Scrittore del secondo novecento, come altri ha dovuto sopportare l´esperienza del lager, dove è nato questo romanzo diciamo "Non tradizionale", basato sulle lettere scritte alla moglie dal gulag, che vanno appunto a costituire una "corale" di sofferenze e riflessioni, oltre alla esperienza stessa della prigionia.
Anche questo si trova in italiano solo usato (alcuni si vantano anche "mai sfogliato").

Sergej Dovlatov - La valigia (Sellerio)
Anche Dovlatov è scrittore del secondo novecento, per lo spirito anticonformista suo e delle sue opere non era riuscito a pubblicare da vivente in patria (i suoi libri erano usciti nel mondo occidentale dopo essere emigrato negli Stati Uniti).
La valigia del titolo è quella "ideale" dello scrittore-emigrante, e ogni oggetto che vi entra richiama un episodio della sua vita, narrato con atteggiamento allo stesso tempo filosofico, amaro e "bozzettistico" (nel senso di una visione ad altezza uomo della vita quotidiana). Sul sito di Sellerio si parla di Carver e Cechov.

Venedíkt Eroféev - Mosca-Petuskí. Poema ferroviario (Quodlibet)
Uno dei grandi irregolari della letteratura russa e la sua opera principe, ovviamente di impensabile pubblicazione in Russia prima della caduta della cortina di ferro.
Il libro è il resoconto allucinatorio e sperimentale di un viaggio in treno "ebbro" tra le due città richiamate nel titolo, tra digressioni, tirate satiriche, riflessioni e ovviamente tantissimo alcol. Direi uno di quelli da avere, per scrittura, tematiche, status dello scrittore (che ricorderete citato nel Limonov di Carrére).

Ludmila Ulitskaya - Una storia russa (Bompiani)
Grande Romanzo Russo di una scrittrice - lei sì - pienamente contemporanea, che narra vicende umane programmaticamente vissute alla luce (o all´ombra) della nazione post-stalinista, in una narrazione potente, composita (destini individuali, Grande Storia, molti riferimenti alla letteratura russa), che da qualcuno è stata accostata ai grandissimi di sempre, come Tolstoj, Pasternak, Dostoevskij.

Svetlana Aleksievic - Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (Bompiani)
Va bene, bella forza, il Nobel 2015, e comunque parliamone ancora: questo è un reportage (latamente) storico-giornalistico-narrativo, un´opera dalle dimensioni monumentali che mi pare poter attrarre chi non ha mai ancora approfondito - al di là della cronaca, o dell´averla vissuta da lontano ai tempi - la tematica del titolo.
Come noto, della stessa autrice sono disponibili in relativa abbondanza altri titoli sempre di genere memorialistico-reportage e di dimensioni maggiormente potabili, per chi vuole.

Zachar Prilepin - Monastero (Voland)
L´autore più giovane e probabilmente "attuale" del lotto, questo libro sta nella long-list del Premio Von Rezzori e si è conquistato paragoni tanto eccellenti che ho imbarazzo nel riferirli.
Altro romanzo di grosse dimensioni (ottocento pagine circa), ambientazione negli anni ´20 e in un monastero adibito a prigione per crimini politici, ha affascinato la critica per la lingua usata, per la natura di metafora della Russia attuale, per l´incrocio postmoderno di storie e di livelli.







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