FILE UNDER: sTORIE E STORIA
AUTORE:
MARIA CATERINA PREZIOSO
TITOLO:
CRONACHE BINARIE
CASA EDITRICE:
ENZO DELFINO EDITORE
LINK PER APPROFONDIRE:
Intervista all´autrice
Alcuni spunti biografici
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Recensione di Athena Libri (tenutaria del Blog Il mondo di Athena e spiritosa compagna di conversazioni virtuali libresche e non)
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Cronache binarie , di Maria Caterina
Prezioso, é un libro che non ti aspetti.
Non è un romanzo,
bensì un insieme di tre racconti che propongono figure maschili davvero
singolari, complesse e, soprattutto, tormentate.
I
racconti affrontano varie tematiche, attraverso le vite e i ricordi di questi
tre uomini, molto differenti tra loro: eterogenei, sarebbe proprio il caso di
dire.
Nonostante questa diversità, che ho apprezzato, c’è un filo comune che
lega le tre vicende. Cronache binarie
è davvero molto vasto per i temi trattati: politica, corruzione, disagio
giovanile.
Non sono quelle che potrebbero definirsi tematiche “leggére”, alla
portata di tutti: è evidente, l’autrice mostra una certa dimestichezza con la
storia italiana, se ne deduce che sia ben preparata e che abbia voluto dare un
taglio molto serio alla sua opera.
Questa è una caratteristica particolarmente
apprezzabile: una contestualizzazione storica tracciata in breve ma con
decisione, che stimola la curiosità di chi legge. Ancora più singolare- almeno agli occhi miei-
è l’abilità dell’autrice, per nulla scontata, di scrivere come fosse dentro la
testa maschile di cui racconta le vite.
Intendo dire che la sua è decisamente
una prosa mascolina, ammesso che il genere sia intuibile dal modo di scrivere.
Secondo me, Maria Caterina Prezioso è ingannevole e questo è notevole.
I
tre racconti hanno tra le altre qualità senza dubbio il pregio di essere
compiuti, conclusi e conclusivi, nonostante i temi che affrontano siano molto
vasti - il pericolo di trovarsi davanti a qualcosa di sconclusionato e
dispersivo poteva essere elevato.
Quello che ritengo apprezzabile, sopra ogni
cosa, è però l’aver ricondotto tutto a questioni fortemente individuali,
esistenziali direi. L’universale, che si esprime nei riferimenti storici alla
classe politica italiana, all’Opus Dei e quant’altro, si va a diffondere nella
vita di queste tre figure: in esse l’indifferenza, la corruzione e il disagio
vanno a condensarsi e, sempre in queste, si manifestano l’insofferenza ed
infine la ribellione assoluta allo stato delle cose.
La
dimensione così “umana” dei racconti li alleggerisce, facendo loro prendere le
distanze dalla classica lamentela, prettamente italiana, che dice sempre che fa
tutto schifo e non fa altro. Insomma, non è un libro nichilista, perché alla
fine qualcosa pur resta: il liberatorio atto di forza finale.
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Ps: la scrittrice é sia emergente che quasi emersa, ha lavorato e lavora come giornalista e pubblicato diversi libri. Ciononostante appare in questa rubrica, il che non vuol chiaramente essere una Diminutio.
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