RELIGIONE. VITA. SOFFERENZA. AMORE
Non manca molto alla fine dell´anno, eppure si comincia a ragionare.
Perché questo Libro delle Parabole per il titolo di miglior libro 2014 (il mio personale, per quel poco che conta) compete, eccome.
Enquist - sommo scrittore svedese - continua qui il discorso autobiografico iniziato in "Un´altra vita". Lo fa premendo forte sul pedale dell´immaginifico e del metaforico, diminuendo volutamente la dose di realismo, e affidandosi a una prosa ricca di colori, contrasti, cesure ed esclamazioni. Un racconto che si perde in altrettanti racconti...
Ma andiamo con ordine; questo romanzo sta a Enquist come il Senso della Fine a Barnes, come Diario d´Inverno ad Auster (forse più il secondo che il primo), una sorta di grande riflessione sulla vita trascorsa, attendendo sulla riva del fiume, con quelli dell´altra sponda (i parenti e gli amici morti) che chiamano con sempre maggiore impazienza.
Nel guardare indietro, Enquist mette in scena se stesso, la storia della sua famiglia, e il grande contrasto, quello tra estrema religiosità (la figura della madre, cristiana devota) ed estrema tensione verso il peccato, verso il carnale.
Il primo contrasto é rappresentato in uno dei motori del romanzo, il ritrovamento di un taccuino del padre (che si credeva bruciato dalla madre) a cui mancano 9 pagine - che si credono o credevano popolate da poesie d´amore. Strappate e distrutte dalla madre. Perché l´unica poesia possibile é quella dell´antico testamento. Perché gli altri libri - anche quelli edificanti come Kim di Kipling - devono essere nascosti. Il peccato incombe.
Il peccato incombe. Secondo contrasto. L´esperienza erotica del protagonista giovanissimo con una donna più grande. Un´esperienza intanto descritta con pagine davvero magistrali. Come evocare un´atmosfera di intenso erotismo, di eccitazione, senza alcuna volgarità. E un evento che rimarrà nella mente e nel corpo del protagonista, che lo ricercherà e lo rievocherà nel corso della sua vita, ma - ottemperando una promessa - senza riuscirne a scrivere. Fino a ora. Fino al libro che teniamo in mano.
Le 9 parabole - che corrispondono alle 9 pagine mancanti del taccuino - sono altrettanti tentativi di sintesi tra i due elementi che nominavo sopra, la religiosità (e la paura del peccato) e la nostra natura umana, ribelle, terrena.
La tesi...ma no, perché tesi. Da lettore direi la lezione di questo libro. La sofferenza é inevitabile, da qualunque parte provenga. Educazione, natura, tare ereditarie.
Ma la sofferenza può essere elaborata tramite le storie, e le storie - non importa se sia quasi troppo tardi - assomigliano molto alla redenzione; o - come dice Enquist - "la redenzione nella libertà".
Interessante
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