ESCE TUTTO A SETTEMBRE!
Ne ha parlato il Corriere ma ero arrivato prima io, molto prima; cioé mentre gli altri cazzeggiavano io l´ho letto non so se mi spiego.
Quindi ne riparlo anche se avevo giá fatto un articolo in merito. Dico questo perché non vorrei che Satisfiction poi mi accusasse di autoplagio, no?
Lui é norvegese, si chiama Karl Ove Knausgard, e ha scritto 6 volumi 6 (3.600 pagine) di propria biografia non filtrata.
In Norvegia ha venduto uno sproposito di copie. 500.000, che sarebbe come dire il 10% della popolazione (in Italia corrisponderebbe a 6.000.000 di copie, non so se rendo l´idea).
La sua biografia si chiama Min Kamp = La mia lotta. Chiaro il riferimento.
Ho letto i primi due volumi usciti per Ponte alle Grazie. Forse l´editore sbagliato per questo tipo di opera. Vi posto la recensione che ho fatto su Anobii visto che - senza falsa modestia - é molto bella.
"i retro
di copertina sono spesso massimalisti. in altri termini: ci vanno giú
pesante. Baudino azzarda un paragone con Proust, credo piú per
l´estensione dell´opera (che consta in lingua originale GIÁ di 5
capitoli, da noi ne sono stati finora tradotti due) che per altro.
é vero che anche qui si descrive una vita. ma tutto ció che Proust ci descrive é (o sembra) filtrato dalla sua particolare sensibilitá, diciamo pure dal suo snobismo. qui non ci sono principesse o salotti letterari, Knausgard probabilmente applica dei filtri ma non ce li fa vedere, insomma si ha l´impressione di essere di fronte a una vita vera, e l´aggettivo che mi viene in mente é "iperrealista" (anche se non so se sia proprio).
mi viene in soccorso lo scrittore stesso, che a un certo punto di questo secondo capitolo espone (o sembra farlo) la propria poetica
"...dovunque uno si voltasse vedeva finzione...il centro di tutta quella finzione, vera o meno che fosse, era l´omogeneitá, che manteneva una costanza distanza dalla realtá. Non riuscivo a scrivere in questa situazione, non funzionava, a ogni singola frase faceva seguito un pensiero: ma questo é solo qualcosa che ti sei inventato. Non ha nessun valore. L´invenzione non ha nessun valore, il documentario non ha nessun valore. L´unica cosa in cui vedevo un valore, che ancora trasmetteva un significato, erano i diari e i saggi, la parte della letteratura che non aveva a che fare con il raccontare, non parlava di qualcosa, ma era fatta solo di una voce, la voce di una personalitá a sé stante, un volto, uno sguardo che si poteva incontrare...se la finzione non aveva valore, allora non lo aveva neppure il mondo, perché era tramite la finzione che lo vedevamo adesso"
quindi, il tentativo di Knausgard attraverso il racconto iperrealistico e impudico (nel senso che pare non nascondere nulla) di sé é quello di sfuggire dalla morsa della finzione? o al contrario, la dichiarazione di poetica sopra riportata é essa stessa finzione, e quello che leggiamo altro non é che un romanzo, perché nessun diario, per quanto rispondente, per quanto preciso, puó riportare la non-finzionalitá della vita e allora giá una pagina che riassume un momento o una giornata o un episodio o un impressione é in sé per sé finzione?
ok, ora volo basso: si tratta comunque di un romanzo / saggio / diario appassionante, un esperimento e allo stesso tempo una narrazione di tipo tradizionale, che puó essere letta quindi su piú livelli, e che stimola ad aspettare con una certa trepidazione il prossimo capitolo....."
é vero che anche qui si descrive una vita. ma tutto ció che Proust ci descrive é (o sembra) filtrato dalla sua particolare sensibilitá, diciamo pure dal suo snobismo. qui non ci sono principesse o salotti letterari, Knausgard probabilmente applica dei filtri ma non ce li fa vedere, insomma si ha l´impressione di essere di fronte a una vita vera, e l´aggettivo che mi viene in mente é "iperrealista" (anche se non so se sia proprio).
mi viene in soccorso lo scrittore stesso, che a un certo punto di questo secondo capitolo espone (o sembra farlo) la propria poetica
"...dovunque uno si voltasse vedeva finzione...il centro di tutta quella finzione, vera o meno che fosse, era l´omogeneitá, che manteneva una costanza distanza dalla realtá. Non riuscivo a scrivere in questa situazione, non funzionava, a ogni singola frase faceva seguito un pensiero: ma questo é solo qualcosa che ti sei inventato. Non ha nessun valore. L´invenzione non ha nessun valore, il documentario non ha nessun valore. L´unica cosa in cui vedevo un valore, che ancora trasmetteva un significato, erano i diari e i saggi, la parte della letteratura che non aveva a che fare con il raccontare, non parlava di qualcosa, ma era fatta solo di una voce, la voce di una personalitá a sé stante, un volto, uno sguardo che si poteva incontrare...se la finzione non aveva valore, allora non lo aveva neppure il mondo, perché era tramite la finzione che lo vedevamo adesso"
quindi, il tentativo di Knausgard attraverso il racconto iperrealistico e impudico (nel senso che pare non nascondere nulla) di sé é quello di sfuggire dalla morsa della finzione? o al contrario, la dichiarazione di poetica sopra riportata é essa stessa finzione, e quello che leggiamo altro non é che un romanzo, perché nessun diario, per quanto rispondente, per quanto preciso, puó riportare la non-finzionalitá della vita e allora giá una pagina che riassume un momento o una giornata o un episodio o un impressione é in sé per sé finzione?
ok, ora volo basso: si tratta comunque di un romanzo / saggio / diario appassionante, un esperimento e allo stesso tempo una narrazione di tipo tradizionale, che puó essere letta quindi su piú livelli, e che stimola ad aspettare con una certa trepidazione il prossimo capitolo....."
L´ingenuo recensore non poteva sapere che la traduzione da parte di Ponte alle Grazie si sarebbe interrotta, MA che poi Feltrinelli (e poi vai a parlar male delle Major) fará uscire nuovamente tutto, da Settembre in poi, con nuova traduzione. Il primo capitolo lo hanno rinominato "La morte del padre".
Knausgard é diventato una sorta di star in patria - come vedete dalla foto ha anche un minimo di fisico del ruolo - e d´altra parte ha rovinato i rapporti con diverse persone perché dice le cose come gli sono successe. E quindi siccome il padre era uno schifoso alcolizzato, cosí lo descrive, per pagine e pagine e pagine...(la famiglia da parte paterna si é risentita).
Ma dico a voi lettori avveduti, diamo ragione a Feltrinelli, diamogli una possibilitá a sto norvegese pazzo...
lo considero uno degli incontri più sensazionali della mia vita di lettore, e posso garantire che di libri ne ho letti. considero il momento capitale, lo aspettavo da mesi, perché per concludere i primi due capitoli mi sono chiuso in casa. evitato di uscire, annullato impegni. il testo lo richiedeva. di base non credo di avere mai letto niente del genere. una specie di droga. come chiedere tutto alla letteratura a scapito della vita. e tutto ottenere. ;)
RispondiEliminagrazie del commento Riccardo. É effettivamente un notevole Tour de Force, il tuo commento "come chiedere tutto alla letteratura..." é decisamente pertinente
RispondiEliminaMeglio la traduzione proposta da Ponte alle Grazie (Raspanti) o da Feltrinelli (Podestà Heir)?
RispondiEliminaciao, grazie della domanda, io ho letto solo la versione di Ponte alle Grazie e la traduzione mi era sembrata buona, non so sinceramente come si posizioni quella di Feltrinelli, ho evitato di leggerli due volte.
RispondiEliminaSto leggendo "un uomo innamorato" che a quanto ho capito é il secondo dei suoi volumi
RispondiEliminaLa traduzione mi sembra perfetta, le parole e i pensieri scivolano via che é un piacere. Sono entusiasta di essermi imbattuto in questo "artista del racconto" che ti sa portare in giro per le sue avventure senza mai farti annoiare un secondo.
Puoi leggerlo tutto di un fiato e non accorgerti del tempo che passa, oppure interrompere e non vedere l'ora di riprenderlo, perché stava per succedere qualcosa, o per iniziare a raccontarti di qualcos'altro che non puoi assolutamente perderti
Un "beautiful" scritto con intrecci di persone e situazioni iperrealistiche che a volte ti fanno domandare se possono essere successe davvero...
Bello bello e ancora bello
I due volumi editi da Ponte alle Grazie si riferiscono ai tre editi da Feltrinelli? Mi spiego: "La mia lotta I" è di due parti mentre "La mia lotta II" di una sola (chiamata terza parte); il primo volume corrisponde a "La morte del padre" e "Un uomo innamorato" e il secondo a "L'isola dell'infanzia"?
RispondiEliminaciao. No, Ponte alle Grazie ha pubblicato solo i primi due, che sono gli stessi (primi due) pubblicati da Feltrinelli, quindi La Mia Lotta 1 = Morte del Padre e La Mia Lotta 2 = Un uomo innamorato. L´isola dell´infanzia é uscito solo per Feltrinelli, che pubblicherá l´opera completa.
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